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36 cm 215 cm

31 cm 338 cm

1 cm 13 cm
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PITTURA ANTICA
 

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di pittura antica disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute con cui poter arricchire ogni ambiente della tua casa.

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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori
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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori

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Dipinto Angelo custode in Ghirlanda di Fiori

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Secondo la tradizione iconografica, anche in questo dipinto l' angelo custode è raffigurato come un giovane alato che accompagna su un tratto di strada un fanciullo, indicandogli il cielo come meta del cammino. La figura alata spicca e domina la scena, vivace nei colori, possente nella forza fisica che emana, seppur dolce nell' atteggiamento delicatamente protettivo verso il bambino, la cui piccola figura avviluppata tra le membra del suo custode. La scena è racchiusa all'interno di una ghirlanda di fiori, vivaci e variopinti, che conferiscono colore alle figure, altrimenti collocate in un paesaggio scuro e quasi monocromo. La raffigurazione di personaggi, prevalentemente religiosi, racchiusi in cornici floreali ebbe grande sviluppo soprattutto a Roma, legata a nomi come Giovanni Stanchi (1608 -1675), piuttosto che Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori (1603 -1673), ed altri ancora. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presenato in cornice a listello.

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Dipinto Composizione Floreale
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Dipinto Composizione Floreale

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Dipinto Composizione Floreale

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. La variegata e multiforme composizione floreale, sviluppata verticalmente, è collocata all'interno di un vaso poggiante su un basamento su cui giacciono anche alcuni frutti. Lo sfondo è nero, a far risaltare i colori vivaci dei fiori. In prima tela, il dipinto presenta piccole cadute di colore diffuse e un cretto piuttosto spiccato. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Figure
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Dipinto Paesaggio con Figure

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Dipinto Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola centro-europea del XVIII secolo. E' proposto un paesaggio fluviale in prossimità di un borgo, con al centro il ponticello che scavalca il corso d'acqua, e popolato da numerose figure popolari, dalle caratteristiche tipicamente nord-europee per i connotati carnosi e le espressioni furbe e curiose. Esse sono intente in attività del quotidiano legate alla pesca: al centro un uomo espone il suo pescato ad una coppia, garantendone, attraverso il gesto del braccio, la fresca provenienza; davanti a lui un bambino rovescia un mastello di pesci e bisce d'acqua mentre un altro pescatore, più arretrato, vende anch'egli la sua merce. Altri due uomini, in piedi dentro l'acqua, tirano le reti; sul ponte transita una pastorella con il bimbo e la capretta. Seduta in primo piano a destra, una donna osserva la scena. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio Fiammingo con Figure
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Dipinto Paesaggio Fiammingo con Figure

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Dipinto Paesaggio Fiammingo con Figure

Olio su tavola di noce. Scuola fiamminga del XVI secolo. Il dipinto presenta un paesaggio caratterizzato da un alta pianta frondosa al centro, che divide verticalmente la scena in due parti, svettando dalla terra bruna e scura in primo piano, verso l'orizzonte di boscose colline azzurre, che sfumano poi in un continuum cromatico nel cielo sovrastante, interrotto dalla folta chioma dell'albero. La scena in primo piano è animata di diverse figurine di personaggi in cammino, sparsi nella campagna. Peculiari le scelte cromatiche, i bruni e gli azzurri, che insieme al tipo di paesaggio e alle figure rimandano alla pittura fiamminga; peraltro l' utilizzo di una tavola di noce depone per un artista fiammingo operante in Italia, ove veniva utilizzato tale supporto pittorico, inconsueto nel nord- Europa. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Coppia di Dipinti su Ardesia
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Coppia di Dipinti su Ardesia

La Maddalena penitente e San Giovanni Battista

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Coppia di Dipinti su Ardesia

La Maddalena penitente e San Giovanni Battista

Olio su ardesia. Sono qui proposti due esempi di pittura a olio su pietra, genere pittorico che a cavallo tra '500 e '600 i ebbe particolare fortuna nella Repubblica Veneziana, nella sua forma di pittura ad olio su lavagna o pietra di paragone. La scelta di una pietra così scura come sfondo non è legata solo a motivazioni pratiche (la vicinanza delle miniere bresciane e della Val Brembana), ma, come ben dimostrano le nostre due opere, l'emergere delle figure dal fondo scuro alla luce risponde in pieno anche alle nuove esigenze della pittura del tempo, che nel clima della Controriforma, tendevano ad esprimere non più solo le certezze esistenziali idealizzate del pieno rinascimento, ma anche le ansie e l'aprirsi a nuove fasi, tendenti già con Tintoretto a una maggiore attenzione al reale ed ai contrasti luministici, per poi sfociare in modo travolgente nelle ricerche seicentesche fortemente giocate proprio sul binomio contrapposto luce-ombra. Le due opere qui presentate ben rientranti nella produzione di area veneta dei primi decenni del '600, propongono due figure di santi, entrambi eremiti, collocate su uno sfondo naturalistico scuro, appena visibile. La figura della Maddalena emerge dall'oscurità, appoggiata a seguire la curva del supporto lapidico; è raffigurata volta con aria interrogativa verso il buio, come in atteggiamento di ascolto, la mano sinistra alzata e l'altra appoggiata al “memento mori”egregiamente scorciato. Davanti a lei un flagello ed il vaso d'unguento. Dipinto en pendant, san Giovanni Battista è rappresentato giovinetto, con un agnello ai suoi piedi, in mano la croce astile con il vessillo “ecce agnus dei”, mentre con la mano destra attinge alla fonte d'acqua, richiamando l'episodio che lo vedrà battezzare Gesù Cristo. In entrambi i dipinti le figure spiccano in modo forte e incisivo grazie al nero che caratterizza la placca di ardesia su cui sono raffigurati. I due dipinti, di formato ovale, sono presentati in cornici lignee nere, di fine '800.

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Dipinto La Visitazione
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Dipinto La Visitazione

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Dipinto La Visitazione

Olio su tela. Scuola veneta della fine XVIII secolo. Il grande dipinto racconta l'episodio evangelico dell' incontro tra Santa Elisabetta, incinta di Giovanni Battista, e Maria, in attesa di Gesù, ma inserito in una più ampia scena corale: è collocata su un'ampia scalinata, probabilmente quella del tempio in cui Zaccaria, il marito di Elisabetta, era sacerdote, e una folla di figure, ed è animata da una folla di figure, tra cui spiccano diverse donne con fanciulli e nuclei familiari. Particolare in primo piano a sinistra è la figura con un ragazzino attaccato alle gambe:, che guarda verso lo spettatore, indicando con un ampio gesto del braccio l' evento centrale, l'incontro tra le due sante donne. Spiccano le cromie, che secondo la tradizione pittorica veneta, sono elementi fondanti delle scene, che sottolineano le figure e sfumano nei diversi piani tridimensionali. Ritelata e restaurata, la tela presenta una lieve rottura a sinistra. E' presentata in cornice dorata di fine '800.

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Dipinto Betsabea al Bagno
ARARPI0240154
Dipinto Betsabea al Bagno

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Dipinto Betsabea al Bagno

Olio su tela. Il dipinto di grandi dimensioni, riprende le modalità pittoriche del XVII secolo ma è di epoca successiva, ed è stato realizzato su una tela applicata su altra più antica. La scena racconta l' episodio biblico (tratto dal Libro dei Re) ampiamente narrato pittoricamente, affigura il bagno di Betsabea, la moglie del generale Uria, al servizio del re Davide. Secondo il racconto biblico, Davide si trova nella terrazza del suo palazzo quando nota la donna che si fa il bagno nel giardino della sua abitazione, attorniata dalle sue ancelle. Davide se ne invaghisce e la seduce, mettendola incinta. Per mascherare il misfatto, richiama il generale Uria dal fronte, per farlo giacere con la moglie, ma Uria non vuole lasciare i suoi soldati; allora Davide lo manda a combattere in prima linea sperando che resti ucciso: così avviene e Davide può sposare Betsabea, ma verrà punito da Dio per l'adulterio e l'empietà commessa. Il dipinto propone il momento in cui Betsabea, appena uscita dal bagno, mentre si specchia nello specchio che le regge una schiava, e circondata da altre serve, legge il biglietto che le ha mandato il re Davide; quest'ultimo compare in alto a destra, affacciato al terrazzo. La scena è dominata dalle figure femminili intrecciate tra loro, in un viluppo di vesti e tessuti, e contornate dai fiori del giardino; al centro spicca lo specchio in una ricca cornice dorata. Il dipinto presenta un rattoppo in basso a destra. E' presentato in cornice antica dorata.

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Dipinto Adorazione dei Pastori
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Dipinto Adorazione dei Pastori

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Dipinto Adorazione dei Pastori

Tempera e olio su tavola. Scuola veneta-cretese del secolo XVII-XVIII. Con il termine di Scuola veneta-cretese (o Creto-Veneta) si indica un'importante scuola pittorica, conosciuta anche con il nome di scuola Post-Bizantina, movimento che fiorì sull'isola di Creta sotto controllo della Serenissima di Venezia tra il 1204 e il 1669. Grazie alla situazione politica, in particolare dopo la caduta di Costantinopoli, Creta divenne il principale centro artistico cristiano di matrice greca dal quindicesimo al diciassettesimo secolo. In questo ambiente si sviluppò un particolare stile pittorico che fu marcato dalla tradizione e dai movimenti di matrice sia bizantina che latina. In particolare, data l' importante domanda di icone bizantine in Europa, l'isola divenne presto un centro di produzione di queste opere d'arte. Lo stile dell'icona bizantina si ritrova in quest'opera, che propone un soggetto ampiamente riproposto nell'arte, ovvero l'Adorazione dei pastori alla nascita di Gesù: le figure della Sacra Famiglia e dei Pastori sono fortemente riconducibili alla tradizionale raffigurazione iconografica bizantina, ma sono collocati in un paesaggio più latino, che si apre ampio, con una profondità prospettica che rimanda al paesaggismo seicentesco europeo, senza il tradizionale fondo oro ma con scelte cromatiche che richiamano comunque la luce dorata divina, in particolare dove un angelo annunciante la Gloria di Dio si affaccia dai cieli aperti. Il dipinto presenta un distacco della pittura nella parte centrale, in corrispondenza di precedente restauro, che necessita di ulteriore recupero. Al retro della tavola è presente un timbro a ceralacca. Il dipinto è presentato in cornice lignea antica.

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Dipinto Il Transito di San Giuseppe
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Dipinto Il Transito di San Giuseppe

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Dipinto Il Transito di San Giuseppe

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Il dipinto raffigura la morte di San Giuseppe che, secondo i vangeli apocrifi, avvenne assistita da Maria e da Gesù: il moribondo giace infatti nel suo letto di agonia, sostenuto affettuosamente dal figlio putativo Gesù e dalla sposa Maria, mentre diversi angeli assistono, sia ai piedi del giaciglio, sia dall'alto ove i cieli già si aprono per accogliere l'anima del santo. Quella di Giuseppe è considerata la forma di morte più desiderabile e serena, di vecchiaia, nel proprio letto e circondato dai propri cari, e per tal motivo il Santo è considerato il patrono dei morenti e della dolce morte. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato con cornice.

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Dipinto San Gerolamo
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Dipinto San Gerolamo

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Dipinto San Gerolamo

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. Il Santo è raffigurato all'interno del suo studio, intento a leggere e studiare i sacri testi, ma in abito penitenziale, ovvero rivestito solo da un tlo rosso drappeggiato intorno al corpo nudo. Il dipinto, ritelato, presenta un cretto marcato; è collocato in cornice lignea coeva ridorata.

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Dipinto David con la Testa di Golia
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Dipinto David con la Testa di Golia

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Dipinto David con la Testa di Golia

Olio su tela. Scuola centro-italiana del XVII secolo. Il dipinto richiama nello stile pittorico la produzione di Angelo Caroselli (1585-1652), artista barocco romano che fu pittore, copista, restauratore, ma anche pasticheur e conoscitore in materia d'arte, ovvero realizzatore di dipinti “alla maniera di” – nella “tecnica” e nello “stile” di un determinato tempo artistico o di un determinato autore, anche assemblando “parti” tratte da dipinti diversi. Inizialmente di stampo caravaggesco, Il Caroselli sviluppò in seguito un suo linguaggio artistico personale, che fu copiato da molti artisti minori. In quest'opera risalta l'espressività fissa e quasi esasperata del personaggio, la cui eleganza del vestito secentesco e i tratti quasi femminei del volto dal roseo incarnato, contrastano con la crudezza della testa di Golia, sanguinolenta, con l'ampia ferita da taglio che spicca sul pallore mortale. Il dipinto è stato restaurato e ritelato, conservando il telaio ligneo originale. E' presentato in cornice lignea coeva.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta
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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

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Dipinto Natura morta con Fiori e Frutta

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Una grande composizione di fiori variopinti, in vasi di metallo sbalzato, e alcuni frutti sparsi per terra, sono collocati a ridosso di una parete che dà su un paesaggio marittimo: la luminosità del cielo e del mare sulla destra contrasta con la zona d'ombra sulla sinistra, sulla quale spiccano i colori dei fiori. Il dipinto, ritelato e restaurato, presenta un cretto marcato. E' presentato in cornice coeva laccata e dorata.

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Dipinto Ritratto di Nobildonna
ARARPI0240146
Dipinto Ritratto di Nobildonna

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Dipinto Ritratto di Nobildonna

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. ritratto di nobildonna in ricco abito da sera, con un mantello d'ermellino drappeggiato sulle spalle, a indicare l'alto lignaggio. Ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica ridorata.

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Dipinto Allegoria dei Piaceri
ARARPI0237280
Dipinto Allegoria dei Piaceri

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Dipinto Allegoria dei Piaceri

Olio su tela. Scuola nord-europea del XVIII secolo. La scena allegorica presenta una donna discinta seduta sulle ginocchia di un uomo, presso un tavolo apparecchiato con una brocca, un calice, una tabacchiera ed un sigaro acceso. I due personaggi sono in atteggiamento di scherzosa complicità, intenti entrambi a fumare una lunga pipa. Lo sfondo propone un paesaggio frondoso. Le figure e gli oggetti rimandano ai piaceri materiali e carnali della vita, il fumo, il bere, la compagnia femminile; i personaggi rosei e pasciuti ricordano anche il piacere della buona tavola. Tali soggetti furono ricorrenti nella pittura fiamminga o più generalmente nordica, che li proponeva in chiave ironica e ammiccante. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di
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ARARPI0234757
Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di

Martirio dei Francescani a Nagasaki

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Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di

Martirio dei Francescani a Nagasaki

Olio su tela. L'opera è una copia fedele dell'omonimo capolavoro di Tanzio da Varallo (1580-82 /1633), realizzato dal pittore della Valsesia per il convento francescano di Santa Maria delle Grazie a Varallo, e attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera. Il dipinto raffigura il martirio avvenuto nel 1597 a Nagasaki di ventitrè frati francescani, che vennero successivamente beatificati nel 1627, data che permette di collocare l'opera negli ultimi anni di attività dell'artista. Tanzio da Varallo si ispirò probabilmente per la sua realizzazione al testo "Vita e imprese dei Martiri del Giappone" del francescano spagnolo Marcello di Ribadeneira; del dipinto di Brera si conoscono un disegno preparatorio parziale (conservato presso la Pinacoteca di Varallo), un disegno a sanguigna pubblicato da Testori (1964) e una tela (di una collezione privata di Borgosesia)) pubblicata da Ferro. La replica qui proposta è fedele all'originale, anche nelle dimensioni, inferiori solo per pochi centimetri in altezza, probabilmente persi durante le ritelatura dell'opera. Pur trattandosi di una copia di notevole qualità, ove in particolare spicca la ricchezza di lumeggiature che risaltano sulla tonalità più calda e scura degli incarnati, si nota rispetto all'originale una minor finezza esecutiva, una tendenza alla semplificazione e un'accentuazione patetica, che depongono per la mano di un copista preoccupato di riprodurre il modello in ogni dettaglio, senza concedersi alcuna licenza. Tale copista peraltro sembra avesse grande dimestichezza con lo stile di Tanzio, al punto da imitarne perfettamente anche le mani ad uncino. Si può quindi pensare ad un allievo di Tanzio o della sua bottega (che alla morte di Tanzio fu portata avanti dal fratello Melchiorre), o ad artista che vide e apprezzò le sue opere, quale fu per esempio Pietro Francesco Gianoli, che lavorò soprattutto nelle chiese della Valsesia e nel Novarese e di cui si conoscono altre repliche di opere di Tanzio da Varallo, quale il Davide con la testa di Golia. Poichè peraltro l' opera qui presentata, prima di essere acquisita da un collezionista privato, rimase collocata per secoli presso un convento francescano lombardo, è plausibile che essa sia una copia di quella di Tanzio commissionata dall' Ordine stesso, per un altro monastero, da un pittore che si avvicinava stilisticamente a Tanzio e poteva guardare all'originale. Il dipinto è stato ritelato e restaurato. E' presentato in cornice di fine '800- inizio '900.

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Dipinto con Soggetto Storico
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Dipinto con Soggetto Storico

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Dipinto con Soggetto Storico

Olio su tela. La scena si svolge presso un accampamento militare: fuori da una tenda sulla sinistra un condottiero di un esercito, probabilmente greco, sta ricevendo le offerte di un gruppo di uomini, poveri e laceri, che si prostrano davanti al nuovo padrone; il primo porge dei pani, un altro sta tirando fuori qualcosa da un sacco, il terzo mostra le piaghe del corpo per invocare pietà; alle loro spalle si stanno avvicinando altre figure di questuanti, che formano una fila sparpagliata sul sentiero sfumante in lontananza sulla destra. Sullo sfondo a sinistra ferve la vita nell'accampamento militare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto Paesaggio con Architettura
ARARPI0229490
Dipinto Paesaggio con Architettura

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Dipinto Paesaggio con Architettura

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVIII secolo. Secondo il gusto del XVIII secolo, il paesaggio proposto è dominato dai resti di un antico tempio, vestigia delle glorie passate. All'intorno una campagna con un corso d'acqua, ma sfumante in lontananza verso le cime azzurrate di una catena montuosa. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto con Scena di Battaglia
ARARPI0234364
Dipinto con Scena di Battaglia

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Dipinto con Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola dell'Italia settentrionale del XVII-XVIII secolo. La scena propone lo scontro tra cavalieri fuori delle mura di una città assediata, con il fumo delle armi da fuoco che invade il cielo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica adattata. La scena propone lo scontro tra cavalieri fuori delle mura di una città assediata, con il fumo delle armi da fuoco che invade il cielo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto Il ritrovamento di Mosè
ARARPI0234373
Dipinto Il ritrovamento di Mosè

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Dipinto Il ritrovamento di Mosè

Olio su tela. Scuola spagnola della fine XVIII secolo. Si racconta l 'episodio biblico narrato nel libro dell'Esodo in cui il piccolo Mosè, per sfuggire alla strage dei figli di Israele ordinata dal Faraone, viene lasciato dalla madre in una cesta sulle rive del Nilo, dove andava la figlia del Faraone a bagnarsi. Essa, trovatolo, decise di salvarlo e lo crebbe poi come un figlio alla sua corte. L' episodio è stato ampiamente utilizzato come soggetto pittorico, per la suggestione del tema: la scena ricca di personaggi vede al centro la principessa figlia del Faraone d'Egitto, circondata da tutto il suo seguito, che guarda e accoglie con il gesto della mano tesa il piccolo Mosè, che tolot dalla cesta alla sinistra, si protende affamato verso il seno della donna alle sue spalle, la balia pronta ad allattarlo. La scena è collocata in un paesaggio nordico e contemporaneo al dipinto, così come le figure vestono abiti del XVIII secolo, tranne la principessa che sfoggia un copricapo con diadema di gusto orientale. La sua figura spicca spicca per il colore luminoso dell'abito, così come spicca l'incarnato roseo del bimbo nudo, che si impone sui colori più spenti e scuri delle donne del seguito. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone
ARARPI0232570
Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

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Dipinto raffigurante la Ricchezza di Salomone

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. Il grande dipinto presenta come soggetto un noto tema veterotestamentario, la ricchezza del re Salomone, raccontata nel Primo libro dei Re: "Il re Salomone superò, dunque, per ricchezza e saggezza, tutti i re della terra. In ogni parte della terra si desiderava di avvicinare Salomone per ascoltare la saggezza che Dio aveva messo nel suo cuore. Ognuno gli portava, ogni anno, offerte d'argento e oggetti d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli". Nel dipinto il re, sfarzosamente vestito con i simboli della regalità (la corona, lo scettro, il manto d'ermellino), ascolta in piedi i postulanti che vengono da lui per ricevere i consigli dettati dalla sua proverbiale saggezza, e in cambio gli recano offerte, che sono commisurate al loro ruolo sociale: alcuni contadini portano in dono sacchi di granaglie, i frutti del loro lavoro nei campi, un altro solleva in alto una coppa, per richiamare l'attenzione del re. Il dipinto rimanda nei colori e nello stile pittorico alla produzione del nord-Italia, soprattutto veneta. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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